Fonte: https://www.repubblica.it/robinson/2019/01/14/news/_io_ero_bello_e_bravo_lui_mediocre_max_gazze_racconta_la_sua_amicizia_con_daniele_silvestri-216567139/?fbclid=IwAR3-DxiwdORG9TqyDeWPz92xZKjyjzp3vMBlrzc3NORIxUnBAis1AsqvYVY
Entrambi suonavano al “Locale” di Via del Fico, il luogo d’incontro romano che proseguiva la tradizione del Folkstudio di De Dregori, Venditti, Grechi. Lì si incontrava il trio Gazzè – Fabi – Silvestri ma anche attori come Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Angelo Orlando e molti altri. Il racconto (con ironia) di un’amicizia storica e di quello che la musica può fare…
di Max Gazzè
Erano gli anni 90 quando ci siamo incontrati, a Roma, in quel piccolo magico ritrovo di cantanti, attori, scrittori, che era allora il Locale, in via del Fico. Subito siamo diventati una band, e ovviamente ero io, con il mio basso, il bello del gruppo. Lui proprio non piaceva, con quell’aria scanzonata, quei testi zeppi di parole e quel suonare — mediocremente, diciamolo — la tastiera, la chitarra, la batteria… Troppo!
Era ovviamente uno che non ce l’avrebbe mai fatta.
Qui trovate l’intervista a Daniele Silvestri: “Ma che ci faccio a Sanremo a 50 anni”
Io sempre puntuale, lui sempre in ritardo, mai preciso, anche se di una cosa bisognava dargli atto: era sicuramente uno “testardo”. Tanto che qualche anno dopo riuscì persino ad arrivare a Sanremo. Lo so, pochi ricorderanno quelle sue esibizioni che non lasciarono nessun segno, ma andò così.
Era un incompreso, cantare di politica, di detenuti, di impegno sociale sul palco dell’Ariston, figurati… E poi Salirò e La paranza: un totale flop in radio e nella performance.
Devo ammettere però che le cose che avevamo in comune erano tante e mentre io mi intrattenevo con il Timido ubriaco e lui frequentava L’uomo con il megafono, crescevamo e scoprivamo La vita com’è. Così un giorno, dopo anni di cene tra amici, consigli sulle composizioni, viaggi con Niccolò Fabi in Africa, mi ha pregato, supplicato, di tornare insieme e la mia anima magnanima ha accettato. La nostra carriera da “solisti”, si è unita per altre due volte.
La prima, nel 2014, insieme a Niccolò siamo diventati I padroni della Festa (io sempre puntuale e lui sempre in ritardo…).
La seconda, nel 2017, con Carmen Consoli — ho preteso questa volta una presenza femminile, e ovviamente a questo giro era lei la bella del gruppo — abbiamo portato la nostra band al festival Collisioni di Barolo e poi a Roma.
A parte gli scherzi, raccontare Daniele e l’amicizia fraterna tra noi, non è cosa semplice senza cadere nella banalità di un’autostrada senza curve. Quella di Daniele è una mente
in movimento, lui è creatività viva e sperimentazione continua. Io sarò sempre la sua spalla, quella sinistra che porta il basso, lui la mia pianola, chitarra, batteria… Ecco quello che “la musica può fare”.